L'occupazione giapponese della Corea del Sud, "Periodo di occupazione forzata da parte dell'imperialismo giapponese" che durò dal 1910 al 1945, rappresenta un periodo di grande significato nella storia della Corea.
Durante questo periodo, il Giappone colonizzò la Corea, imponendo la sua autorità e cercando di assimilare la cultura coreana sotto l'influenza giapponese.
il Giappone non si è mai scusato formalmente per i crimini commessi durante l'occupazione della Corea |
L'occupazione iniziò con l'annessione formale della Corea da parte del Giappone nel 1910. Durante i primi anni dell'occupazione, il governo giapponese introdusse una serie di politiche volte a sopprimere la cultura coreana e a promuovere l'assimilazione. Ciò comportò la repressione delle attività culturali e linguistiche coreane, nonché la limitazione dei diritti politici e sociali del popolo coreano.
Durante la seconda guerra mondiale, il Giappone utilizzò la Corea come base per sostenere le sue operazioni militari. Molti coreani furono costretti al lavoro forzato e alleva delle atrocità da parte dell'esercito giapponese.
Tra le tematiche più sensibili legate all'occupazione giapponese della Corea del Sud ci sono le cosiddette "Comfort Women". Si tratta di donne coreane che furono costrette a lavorare come schiave sessuali per l'esercito giapponese. Questa pratica, ampiamente documentata, è stata una grave violazione dei diritti umani e ha causato enormi sofferenze alle donne coinvolte.
È importante sottolineare che gli eventi legati all'occupazione giapponese della Corea del Sud sono ancora oggetto di dibattito e contenzioso tra i due paesi. Le richieste di scuse ufficiali e riparazioni per le vittime delle violenze sessuali e dei massacri durante l'occupazione giapponese rimangono ancora oggi questioni delicate nelle relazioni tra Corea del Sud e Giappone.
Il Giappone non si è mai scusato formalmente con la Corea per i massacri commessi. Cosa che ad esempio ha fatto Obama durante la cerimonia di commemorazione delle vittime della bomba atomica a Hiroshima nel maggio 2016.
Donne di conforto: gli stupri, la schiavitù
Le donne di conforto "comfort women", anche conosciute come "ianfu" in giapponese, furono bambine, ragazze e donne costrette a far parte di gruppi creati dalle forze militari dell'impero giapponese. Questi gruppi sfruttavano le giovani vittime come schiave sessuali, trattandole in maniera ancor più degradante delle prostitute comuni. La locuzione "donne di conforto" è la traduzione italiana del termine giapponese "ianfu". Questo termine è un eufemismo per "shōfu", che significa letteralmente "prostituta/e". Molti storici basandosi sulle testimonianze di ex-reclutate e dei soldati giapponesi ancora viventi, affermano che l'esercito e la marina giapponese furono coinvolti, direttamente o indirettamente, nella coercizione, nell'inganno e talvolta nel rapimento di giovani donne nei territori occupati dalle loro forze.
Il numero esatto di donne coinvolte rimane oggetto di ricerca e dibattito. Gli accademici giapponesi citano un numero minimo di 20.000 donne, mentre gli studiosi cinesi citano un numero massimo di 410.000 donne. È certo che queste donne provenivano dalla Corea, dalla Cina, dal Giappone e dalle Filippine. È noto anche che nei "centri di conforto" venivano sfruttate donne provenienti da Thailandia, Vietnam, Malesia, Taiwan, Indonesia e altri territori occupati.
Le giovani donne nei paesi sotto il controllo imperiale giapponese venivano prelevate dalle loro case e spesso ingannate con false promesse di lavoro in fabbriche o nel settore della ristorazione. Una volta reclutate, venivano imprigionate nei "centri di conforto" e deportate in paesi stranieri per loro. Uno studio del governo olandese ha rivelato come i militari giapponesi stessi costringessero le donne nelle Indie Orientali Olandesi. Secondo lo studio, persino 300 donne olandesi finirono per diventare schiave sessuali dei militari giapponesi.
Alcune testimonianze sono state fornite direttamente dalle donne rese progioniere, oggi anziane.
Le Statue della Pace (di fronte all'ambasciata giapponese) e sempre più numerose in Corea e nel mondo
Il Giappone non apprezza queste statue e dichiara tramite comunicati stampa che queste statue -citiamo- "servono solo ad inasprire i rapporti tra i due paesi".
I crimini del Giappone sono equivalenti a quelli commessi dalla Germania nazista. Né più né meno. Alla stessa maniera, la bandiera giapponese del sol levante è un simbolo di orrore proprio come quella nazista raffigurante la svastica.
Campi di concentramento, cami di lavoro, gli esperimenti letali sugli esseri umani
Il Giappone imperiale condusse esperimenti sugli esseri umani affidati all'Unità 731: prigionieri cinesi e coreani. Molti venivano anche inviati nei campi di lavoro nelle miniere (miniere di Sado). Il Giappone odierno desidera inoltre che la miniera di Sado venga dichiarata patrimonio dell'umanità! Il mondo al contrario, diciamo noi! Il governo sudcoreano ha chiesto spiegazioni in merito richiamando l'ambasciatore giapponese in Corea.
L'Unità 731 aveva il compito di testare su uomini, donne e bambini agenti chimici e altre torture. Inutile sottolineare il massacro degli innocenti che ne scaturì. Davvero un peccato non studiare queste pagine buie nelle scuole italiane. La memoria va conservata a tutte le latitudini.