
lacorea.it – Il Jongmyo Shrine non è un luogo qualunque: è uno dei simboli più antichi e solenni della Corea del Sud, un santuario confuciano legato alla dinastia Joseon e riconosciuto come Patrimonio dell’Umanità dal 1995. La sua forza sta nell’architettura sobria, nel silenzio che lo circonda e nel paesaggio armonioso che lo accompagna. Proprio per questo, ogni cambiamento nelle sue vicinanze è sempre delicato.
Negli ultimi mesi, il Comune di Seoul ha dato il via libera a un grande progetto di riqualificazione nell’area di fronte al santuario, nel quartiere chiamato Sewoon District 4. Il piano prevede la costruzione di edifici molto più alti rispetto al passato, con grattacieli che potrebbero arrivare a superare i 140 metri.
La notizia ha richiamato l’attenzione dell’UNESCO, che ha chiesto alla città di sospendere l’approvazione e di effettuare una valutazione dell’impatto sul patrimonio culturale, chiamata Heritage Impact Assessment. Secondo l’organizzazione, prima di procedere è necessario capire se un edificio così alto possa alterare il panorama e l’atmosfera che rendono il Jongmyo unico al mondo.
Gli enti coreani che si occupano di tutela del patrimonio hanno espresso preoccupazione, spiegando che l’impatto sul paesaggio potrebbe essere significativo. Il Comune di Seoul, invece, sostiene che il progetto rientri nei limiti legali e che la zona interessata si trovi fuori dall’area di protezione prevista dalle normative locali.
La discussione è ancora aperta. Nei prossimi mesi, la città dovrà decidere se condurre la valutazione richiesta e se modificare il progetto. In ogni caso, il dibattito sul Jongmyo Shrine mostra quanto sia difficile trovare un equilibrio tra l’esigenza di modernizzare una grande metropoli e il dovere di proteggere un patrimonio culturale che appartiene non solo alla Corea, ma al mondo intero.
Approfondisci l’argomento sulla gentrificazione in Corea del Sud. Leggi gli articoli qui https://lacorea.it/category/gentrificazione-in-corea/