Ondata di proteste degli insegnanti in Corea del Sud: stress e bullismo sotto la lente

Decine di migliaia di docenti hanno preso parte a un corteo a Seoul per rivendicare una maggiore tutela dalle pressioni e dal bullismo, affermando che tali situazioni provengono principalmente dagli studenti e, soprattutto, dai loro genitori. Questa dimostrazione è stata indetta in seguito a una serie di tragici suicidi tra gli insegnanti, eventi che familiari e colleghi in parte attribuiscono a carichi di lavoro eccessivi e alle critiche o alle minacce verbali dei genitori degli studenti. In Corea del Sud, queste veglie e manifestazioni di protesta si ripetono da diverse settimane, mentre il governo cerca di reagire alla crescente mobilitazione.

 
gli insegnanti coreani protestano contro il bullismo dei genitori
gli insegnanti sudcoreani protestano contro il bullismo e la prepotenza dei genitori degli alunni

Nel corso del corteo tenutosi lunedì, circa 150.000 docenti vestiti di nero si sono riuniti di fronte all'Assemblea nazionale a Seoul, esponendo cartelli e ascoltando i discorsi di alcuni di loro. Da notare che questa manifestazione non è stata organizzata dal sindacato nazionale degli insegnanti, ma da un gruppo coordinatore delle proteste noto come "Tutti per uno". Contestualmente, eventi simili si sono verificati in altre città sudcoreane nello stesso giorno, con una partecipazione totale stimata tra le 60.000 e le 70.000 persone.

Gli insegnanti lamentano di sentirsi impotenti nel gestire studenti difficili e nel fronteggiare genitori estremamente protettivi, i quali minacciano di intraprendere azioni legali contro provvedimenti disciplinari che considerano eccessivi o li tormentano con comportamenti aggressivi o inondano i loro smartphone con decine di messaggi. Il movimento di protesta è stato innescato dalla tragica morte di un'insegnante di una scuola elementare nella zona sud di Seoul, avvenuta a metà luglio. La giovane insegnante, 23 anni, è stata ritrovata morta per presunto suicidio dopo aver manifestato un forte disagio legato al carico di lavoro e alle lamentele dei genitori. Secondo la sua famiglia, era stata oggetto di abusi verbali da parte dei genitori di uno studente, che l'avevano accusata di non aver fatto sufficientemente per prevenire episodi di bullismo nei confronti del figlio. Da quel momento, ogni fine settimana si sono tenute veglie e proteste, culminate in una massiccia manifestazione lo scorso sabato a cui hanno partecipato 200.000 persone.

L'evento di lunedì è stato innescato da ulteriori casi di suicidio tra gli insegnanti del paese, tra cui un individuo di circa 60 anni della provincia di Gyeonggi, che ha dichiarato di essere fortemente stressato a causa delle lamentele dei genitori.

Un insegnante delle scuole elementari, che ha preferito mantenere l'anonimato usando il nome Koh, ha dichiarato al quotidiano The Guardian che anche gli insegnanti "vengono bullizzati dai genitori e dagli studenti, e questa situazione deve finire". Un'altra insegnante, identificata solo con il cognome Kim, ha affermato che le scuole dovrebbero essere luoghi sicuri per gli insegnanti e non ambienti in cui subiscono abusi. Un'altra ancora ha criticato le misure legali a tutela degli insegnanti, sottolineando che finora il governo ha adottato un atteggiamento passivo.

Secondo i dati dell'Organizzazione Mondiale della Sanità e dell'Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico, la Corea del Sud è il paese con il più alto tasso di suicidi tra le nazioni sviluppate, con una media di 20 persone ogni 100.000 abitanti ogni anno. I dati del governo sudcoreano indicano che tra giugno 2018 e giugno 2023, sono stati registrati 100 suicidi tra gli insegnanti, di cui 57 insegnavano nelle scuole elementari.

Dopo le proteste di luglio e agosto, il governo ha presentato alcune misure per rafforzare l'autonomia degli insegnanti, consentendo loro di allontanare gli studenti che disturbano le lezioni o di confiscare i loro smartphone. Tuttavia, secondo gli insegnanti, le autorità dovrebbero adottare misure più strutturate per ridurre il rischio di stress e situazioni più gravi. Durante le proteste di sabato, il Ministero dell'Istruzione ha istituito una task force per esaminare nuove misure a tutela degli insegnanti, ma al momento non sono stati annunciati provvedimenti concreti.

Questo si colloca nella fortissima competività della società sudcoreana dove i figli devono a tutti i costi collezionare successi da esibire in società. I genitori cercano quindi di "eliminare" alla radice chi potrebbe mettere in discussione le capacità dei propri figli. Ecco perché gli insegnanti non ne possono più e hanno più che ragione! 

Per approfondire leggi il nostro post "La gara all'eccellenza: il sistema educativo della Corea del Sud"

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