Seoul è rinomata per la sua vivace scena culinaria e tra le molte delizie gastronomiche proposte, c'è una storia intrigante dietro questo popolare snack che sta scatenando dibattiti tanto da salire alla ribalta nazionale: il "Mayak Kimbap" è come una droga.
Situato nel cuore di Seoul, il Gwangjang Market è il mercato tradizionale (per eccellenza) che ha catturato non solo il palato di turisti e cittadini, ma anche l'immaginazione. Qui, il "Mayak Kimbap" ha rubato la scena, diventando l'oggetto di recensioni e accese discussioni legali.
Questo kimbap è conosciuto anche come ggoma gimbap (꼬마김밥), perché piccolo e solitamente riservato ai bambini. Noi pero' ci concentreremo sull'altro nome, più controverso: "Mayak," che significa "narcotico", "droga" in coreano. Ma non lasciatevi ingannare, perché dietro questo nome audace si cela una storia di successo culinario. Quasi ogni recensione online su questo mercato menziona il "Mayak Kimbap," un piccolo kimbap che ha catturato l'attenzione dei visitatori. Ma cosa c'è di così speciale in questo street food coreano?
Com'è nato il mayak kimbap?
L'affascinante storia del "Mayak Kimbap" vede la luce nel ristorante Monyeo Kimbap, un'antica istituzione del mercato Gwangjang. Nel 2012 o 2013, tutto ebbe inizio grazie (o per colpa) di un famoso food blogger che si dichiaro' totalmente "dipendente" dal loro kimbap, definendolo "mayak," talmente buono che crea dipendenza. Ispirando così una tendenza che ha invaso il paese.
La situazione è sfuggita di mano
Il nome, sebbene evocativo di sostanze proibite, si riferisce in realtà alla bontà di questi piccoli kimbap sublimata dalla salsa di soia aromatizzata alla senape che rende il kimbap irresistibile creando dipendenza. Tuttavia, la popolarità di questa denominazione ha avuto un impatto sorprendente su scala nazionale ispirando varianti a più non posso come il "mayak tteokbokki", il "mayak corn dogs" e cosi via. Sorprendentemente, ha persino influenzato la denominazione di prodotti per la casa, da sedie a biancheria da letto. Insomma, tutto è diventato "mayak"!
'Stop' dal garante!
Ma con la fama sono arrivate anche le controversie. Recentemente, il Ministero per la Sicurezza Alimentare e Farmaceutica ha annunciato nuove linee guida per vietare l'uso di frasi che richiamano le droghe nei nomi e nelle pubblicità alimentari. Il divieto, in vigore da luglio, ha suscitato reazioni contrastanti. Mentre il Monyeo Kimbap si prepara a rimuovere il termine "mayak" dal suo kimbap, molti piccoli esercizi commerciali resistono. Attualmente, ci sono 164 negozi in tutto il paese che portano il nome "mayak".
Al di là delle restrizioni amministrative, alcuni esperti concordano sul fatto che l'uso inconsapevole di termini che richiamano droghe potrebbe influire negativamente sulla percezione delle stesse, specialmente tra i bambini. La criminologa Lee Soo-jung sottolinea come tali termini, se diffusi nella vita quotidiana, potrebbero confondere i giovani sulla pericolosità delle droghe.
Nonostante il dibattito in corso, i clienti continuano ad affollare i locali, come testimonia Kim Jae-young, cliente del Monyeo Kimbap. Mentre assapora il famoso mayak kimbap, riflette sulle possibili alternative a questa deliziosa controversia.
Il "Mayak Kimbap" non è solo un gustoso piatto, ma anche un fenomeno culturale che solleva domande interessanti sulla relazione tra il linguaggio, il cibo e la percezione sociale.
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