risultati della gentrificazione: distruzione di interi quartieri popolari e dislocazione della popolazione |
Al centro di questo processo troviamo tre attori principali:
La gentrificazione a Seoul ha portato a un aumento significativo dei prezzi delle case e degli affitti, rendendo l’accesso all’alloggio sempre più difficile per le famiglie a basso reddito e i giovani. Questo fenomeno, noto come “dislocazione”, costringe molte persone a trasferirsi in zone più periferiche o addirittura a lasciare la città.
La rapidità con cui la gentrificazione sta avvenendo a Seoul è una delle sue caratteristiche più preoccupanti. Le foto che accompagnano questo articolo mostrano un quartiere completamente abbandonato, i cui residenti hanno accettato di trasferirsi in nuovi palazzoni che sorgeranno a breve, oppure di ricevere ingenti somme di denaro come compensazione.
La gentrificazione a Seoul è un tema ampiamente dibattuto, con opinioni contrastanti. Da un lato, c’è chi sostiene che il miglioramento urbano e l’aumento del valore immobiliare siano benefici per la città nel suo complesso. Dall’altro, c’è chi denuncia le conseguenze negative della dislocazione, che colpisce duramente le fasce più vulnerabili della popolazione.
Il futuro della gentrificazione a Seoul rimane incerto. Le autorità cittadine stanno cercando di implementare politiche per mitigare gli effetti negativi del fenomeno, come la costruzione di alloggi a prezzi accessibili e il sostegno alle famiglie a basso reddito. Tuttavia, la pressione esercitata dalle società immobiliari e dal mercato immobiliare rende difficile trovare soluzioni efficaci.
Seoul e Jeju, simboli del boom economico sudcoreano, nascondono una realtà meno scintillante: la gentrificazione galoppante. In nome del profitto, interi quartieri di hanok, le tipiche case coreane con cortili interni, vengono rasi al suolo per lasciare spazio a palazzoni anonimi. Un modello di sviluppo che, se da un lato ha portato ricchezza, ha dall’altro sacrificato il patrimonio storico e culturale del Paese, penalizzando le fasce meno abbienti.
A differenza del vicino Giappone, che ha saputo coniugare modernità e tradizione, la Corea del Sud ha optato per un approccio più radicale, spesso a discapito del benessere dei suoi cittadini. Le “case con giardino”, come le intendiamo in Italia, sono quasi del tutto scomparse, sostituite da edifici impersonali. Persino la splendida isola di Jeju non è immune a questo fenomeno: la costante pressione cinese sull’acquisto di terreni alimenta una cementificazione incontrollata, che minaccia il fascino naturale dell’isola.
Il termine “villa” in Corea del Sud ha un significato ben diverso da quello a cui siamo abituati. Non si tratta di ampie dimore immerse nel verde, la “villa con giardino” come diremmo noi in Italia, ma di palazzine di massimo 3 piani, spesso lussuose e di design situate in quartieri esclusivi. Dall’altro lato esiste anche la villa più modesta, quella palazzina cioé che prima o poi sarà abattuta per far posto…alla gentrificazione. Un’ulteriore conferma della disparità sociale che si è creata nel Paese, dove il sogno della casa unifamiliare è diventato un privilegio per pochissimi.