La pittura buddhista Goryeo rappresenta uno dei capitoli più
affascinanti e meno conosciuti dell’arte coreana. Questi dipinti,
realizzati tra il XIII e il XIV secolo, sono celebri per la loro
bellezza e per l’uso di colori vivaci e oro, che conferiscono loro un
carattere distintivo rispetto ad altre opere asiatiche dell’epoca.
Sotto il patrocinio della corte imperiale della dinastia Goryeo,
questi dipinti furono creati principalmente per ambienti intimi, come
cappelle private della nobiltà coreana. Realizzati su rotoli di seta,
utilizzavano pigmenti minerali ricchi e dettagli in oro, riflettendo il
gusto e la raffinatezza della nobiltà coreana Goryeo.
Le opere Goryeo sono prevalentemente immagini della Terra Pura,
dominate dal Buddha Amitabha e dalle divinità associate. Queste
rappresentazioni non solo erano espressioni di fede, ma anche simboli di
status e potere, accessibili principalmente ai membri dell’élite.
Oggi, la maggior parte delle circa 160 opere superstiti si trova
al di fuori della Corea, principalmente in Giappone, dove furono
trasferite durante il periodo coloniale o attraverso il commercio che vide come meta principale gli Stati Uniti d’America.
Questa diaspora ha reso la ricerca su queste opere un’impresa
internazionale, coinvolgendo studiosi di tutto il mondo.
Un tratto distintivo della pittura Goryeo è l’applicazione del
colore sia sul fronte che sul retro della seta, creando effetti sottili e
intensificando i contrasti. L’uso esteso dell’oro per delineare figure e
accentuare motivi decorativi è un altro segno distintivo di queste
opere.
Grazie alla collaborazione internazionale, sono stati fatti
progressi significativi nella comprensione e nella conservazione di
queste opere. Progetti come il catalogo digitale bilingue creato con il
supporto dell’Amministrazione del Patrimonio Culturale della Corea,
testimoniano l’importanza di queste collaborazioni per preservare e
studiare questo patrimonio artistico unico.
La pittura buddhista Goryeo non è solo una testimonianza della storia
artistica coreana, ma anche un ponte culturale che continua a ispirare e
affascinare studiosi e appassionati d’arte in tutto il mondo.