Invece della sede ufficiale, l’ambasciatrice Michelle Winthrop preferisce incontrare la comunità irlandese e discutere tematiche diplomatiche nel cuore di Itaewon. Dura la vita per gli ambascitori, eh?
A Seoul, la diplomazia può passare anche attraverso una pinta. È la singolare scelta dell’ambasciatrice irlandese in Corea del Sud, Michelle Winthrop, che ha trasformato il pub “Craic House” di Itaewon in una sorta di estensione informale della sua ambasciata.
Nel quartiere cosmopolita di Itaewon, noto per i locali multiculturali e l’anima internazionale, il “Craic House” si è guadagnato un ruolo inedito: luogo di incontro per cittadini irlandesi, diplomatici e curiosi che desiderano conversare sull’Irlanda, la Corea o temi globali.
Winthrop ha spiegato che preferisce uno spazio accogliente e simbolico piuttosto che le stanze formali dell’ambasciata, dove il potere delle relazioni genuine emerge meglio in un contesto rilassato.
Questa strategia non significa superficialità: ha offerto occasioni per parlare di inclusione, cultura, partnership fra Corea e Irlanda, coinvolgendo anche musica dal vivo, eventi culturali e serate a tema. In un Paese in cui il networking informale, soprattutto nei locali, è parte integrante della vita sociale, la scelta della Winthrop potrebbe rivelarsi efficace.
In un momento in cui la Corea del Sud sta cercando di bilanciare ambizioni culturali, diplomatiche ed economiche, iniziative come queste possono costruire ponti tra nazioni e comunità locali con grande naturalezza.