“no senior zone, persone sopra i 60 anni non ammesse” (ph: The Qoo) |
La scoperta di un cartello con la scritta “No senior zone” all’ingresso di un caffè ha innescato una serie di critiche. Gli utenti della comunità online hanno espresso preoccupazione per l’effetto negativo che questi segnali possono avere sugli anziani e sulle loro famiglie. L’incremento di simili zone, secondo i detrattori, potrebbe portare a una maggiore esclusione di determinati gruppi di età.
La proliferazione delle “no-qualcosa zone” nella società coreana è indicativa di un aumento delle divisioni e della mancanza di sforzi per comprendere gli altri. Secondo la professoressa di sociologia Lee Min-ah dell’Università di Chung-Ang, è necessario promuovere un ambiente inclusivo e valorizzare la diversità generazionale.
In un gesto significativo, la rappresentante Yong Hye-in del Partito del Reddito di Base ha tenuto un discorso alla Assemblea Nazionale con al suo fianco il suo bambino di 23 mesi, per sensibilizzare l’opinione pubblica sulle azioni discriminatorie. Ha sottolineato l’importanza di una società che riconosca il valore dei bambini e degli anziani, cercando di affrontare il problema del tasso di fertilità più basso al mondo e della marginalizzazione di queste fasce di popolazione.
Il Consiglio Provinciale di Jeju ha annunciato l’intenzione di riesaminare l’ordinanza che vieta le “no kids zones”, al fine di proteggere i diritti umani e creare un ambiente favorevole allo sviluppo sano dei bambini. Queste iniziative mostrano un tentativo di modificare le politiche e le norme esistenti per favorire una maggiore inclusione nella società.
Chung Ick-joong, responsabile del Centro Nazionale per i Diritti dell’Infanzia, sostiene che sia necessaria una profonda trasformazione nella comprensione pubblica. Ogni individuo può essere soggetto a odio, discriminazione ed esclusione. Solo comprendendo che tutti possono essere vittime di discriminazione, sarà possibile sviluppare un atteggiamento più attento e rispettoso verso gli altri.