Staffnews, incidenti, news corea30/12/202455 Visualizzazioni
Muan, 30 dicembre 2024 – L’incidente di un aereo passeggeri della compagnia Jeju Air, avvenuto il 29 dicembre presso l’aeroporto internazionale di Muan, nella provincia di Jeollanam-do, ha sollevato numerosi interrogativi. L’aereo si è schiantato contro il muro esterno dell’aeroporto durante un atterraggio di emergenza, lasciando una scena devastante, con vigili del fuoco e soldati impegnati nelle ricerche di vittime e dispersi.
Secondo le prime ricostruzioni del Ministero del Territorio, delle Infrastrutture e dei Trasporti (MOLIT), il carrello di atterraggio dell’aereo non si sarebbe aperto correttamente, costringendo il pilota a tentare un atterraggio di emergenza sul ventre dell’aereo. Si sospetta che il malfunzionamento del carrello possa essere stato causato da una collisione con uno stormo di volatili (bird strike), anche se le cause esatte sono ancora oggetto di indagine.
Alle 8:57 del mattino, la torre di controllo aveva avvisato il pilota dell’attività di volatili nell’area. Due minuti dopo, il pilota ha dichiarato un “mayday”, segnalando una situazione di emergenza. Tuttavia, durante il tentativo di atterraggio sul ventre, la velocità dell’aereo non è stata adeguatamente controllata, e il velivolo ha colpito la struttura terminale della pista.
Numerosi testimoni hanno riportato di aver visto scintille provenire dal motore destro dell’aereo poco prima dell’atterraggio. Messaggi inviati dai passeggeri tramite KakaoTalk suggeriscono che un volatile fosse rimasto incastrato in un’ala, costringendo il pilota a tentare un atterraggio d’emergenza.
Gli esperti hanno sollevato domande sulla gestione della situazione. In caso di rischio di bird strike, è consuetudine per i piloti tornare a un’altitudine più alta per affrontare il problema prima di tentare un nuovo atterraggio sulla pista originaria. In questo caso, il pilota è stato autorizzato ad atterrare su una pista diversa (Runway 19) rispetto a quella prevista inizialmente (Runway 01). L’intera manovra si è svolta in circa sei minuti, un tempo ritenuto molto breve per una situazione di emergenza.
Kim Gyu-wang, direttore del centro di addestramento al volo dell’Università di Hanseo, ha ipotizzato che l’aereo potesse avere una potenza insufficiente per guadagnare quota o che entrambi i motori fossero in avaria, giustificando la scelta di un atterraggio immediato.
Alcuni hanno sollevato preoccupazioni sulla lunghezza della pista dell’aeroporto di Muan, ritenendola inadeguata per un atterraggio d’emergenza. Tuttavia, il MOLIT ha smentito tali ipotesi, affermando che la pista, lunga circa 2,8 chilometri, è stata utilizzata in passato da aerei delle stesse dimensioni di quello coinvolto nell’incidente. Secondo il professor Jung Yoon-sik dell’Università Cattolica di Kwandong, il video dell’incidente mostra che l’aereo è atterrato a metà pista, dando l’impressione di una distanza ridotta, ma la lunghezza era sufficiente per un atterraggio normale.
Nonostante il bird strike sia stato confermato, il MOLIT ha sottolineato che il collegamento tra la collisione con i volatili e il guasto al carrello di atterraggio può essere stabilito solo dopo un’accurata analisi dei dati del volo. Il professor Ahn Young-tae, esperto di operazioni di volo presso l’Università del Far East, ha evidenziato che esistono sistemi di emergenza per abbassare manualmente il carrello anche in caso di guasto. Sarà dunque essenziale esaminare il registratore dei dati di volo (FDR) per determinare se il problema sia stato causato da un errore umano o da un difetto tecnico.
L’incidente di Jeju Air ha messo in luce l’importanza di protocolli rigorosi e la necessità di indagini approfondite per prevenire tragedie simili in futuro.