La Corea del Sud ha un grosso problema con i deepfake

Corea del Sud: l'epidemia dei crimini sessuali digitali

Corea del Sud: l'epidemia dei crimini sessuali digitali
donne protestano contro i crimini sessuali digitali a Seoul nel 2018

La Corea del Sud sta affrontando un'epidemia di crimini sessuali digitali, con centinaia di donne e ragazze prese di mira tramite immagini sessuali deepfake condivise online. Un gruppo di condivisione di queste immagini conta ben 220.000 membri. I casi segnalati di deepfake sono saliti da 156 nel 2021 a 297 a luglio di quest'anno.

Nonostante il presidente sudcoreano abbia recentemente parlato di questo problema, i leader del Paese sembrano aver avuto difficoltà nel comprendere il danno straordinario e spesso duraturo causato da questi crimini. Nel 2020, alcune donne sopravvissute a crimini sessuali digitali hanno raccontato le loro storie, alcune delle quali riguardavano immagini false. In un tragico caso, una donna si è suicidata nel 2019 dopo essere stata filmata di nascosto da un collega maschio nello spogliatoio dell'ospedale dove lavorava.

Nel 2018, la condanna di una donna per aver pubblicato una foto nuda di un uomo ha scatenato una serie di proteste con migliaia di donne e ragazze che sono scese in strada a Seoul. Mentre gli uomini di solito restano impuniti, il governo ha risposto a queste proteste con leggi più severe sui crimini sessuali digitali e ha istituito un centro per aiutare le vittime.

Tuttavia, queste misure non sono sufficienti. La violenza di genere online è un problema in crescita a livello globale, ma particolarmente diffuso in Corea del Sud, dove la disuguaglianza di genere è molto elevata. È tempo che il governo prenda sul serio questa crisi, punendo i colpevoli, offrendo educazione sessuale completa e promuovendo l'uguaglianza di genere.

Pornografia illegale in Corea

La pornografia è illegale in Corea del Sud, con restrizioni severe sulla produzione, distribuzione e visualizzazione di contenuti pornografici. La legge sudcoreana vieta la creazione e la diffusione di materiale considerato osceno, con pene severe per chi viene trovato in violazione, incluse multe e pene detentive. Nonostante il divieto, molti sudcoreani accedono ancora a contenuti pornografici attraverso siti web stranieri o utilizzando reti private virtuali (VPN). Tuttavia, la cultura conservatrice del Paese e le leggi rigorose continuano a influenzare fortemente l'atteggiamento nei confronti della pornografia. 

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