Corea del Sud: arrestato il presidente Yoon Suk-yeol

il presidente sudcoreano Yoon è stato arrestato

Il presidente sospeso della Corea del Sud, Yoon Suk-yeol, è stato arrestato mercoledì 15 gennaio al termine di un nuovo assalto alla sua residenza da parte della polizia.

Seoul – L’obiettivo è interrogarlo sulla sua controversa decisione di imporre brevemente la legge marziale il 3 dicembre scorso, una mossa senza precedenti che ha innescato una grave crisi politica nel Paese.

L’assalto alla residenza presidenziale

Dopo un primo tentativo fallito il 3 gennaio, questa volta le forze dell’ordine sono riuscite a fare irruzione nella residenza di Yoon Suk-yeol, situata nel lussuoso quartiere lussuoso di Seoul Hannamdong in cui, lo ricordiamo, Yoon aveva scelto la sua residenza rifiutando di trasferirsi nella Casa Blu, tradizionale residenza di tutti i presidenti. Circa 3.500 agenti erano presenti sul posto fin dalle cinque del mattino. Ci sono volute oltre cinque ore per superare le barricate erette dalla sicurezza presidenziale. Alle 10:40, il convoglio della polizia ha lasciato il complesso residenziale con il presidente sospeso a bordo.

Secondo un comunicato ufficiale, il mandato di arresto è stato eseguito alle 01:33 TU. Yoon Suk-yeol, sospeso dalle sue funzioni il 14 dicembre dopo l’approvazione di una mozione di impeachment da parte dell’Assemblea Nazionale, è accusato di “ribellione” e ha finora rifiutato di collaborare con le autorità.

Una crisi senza precedenti

La decisione di imporre la legge marziale il 3 dicembre è stata giustificata da Yoon come necessaria per proteggere il Paese dalle “forze comuniste nordcoreane” e per “eliminare gli elementi ostili allo Stato”. Tuttavia, la mossa ha suscitato indignazione tra i parlamentari, che hanno rapidamente annullato l’ordine in un Parlamento circondato da militari.

L’arresto rappresenta un evento senza precedenti nella storia della Corea del Sud, dove mai un capo di Stato in carica era stato arrestato. Attualmente, Yoon Suk-yeol rischia di perdere definitivamente il suo incarico se la Corte Costituzionale, che ha già avviato il processo di impeachment, confermerà la sua destituzione. La prossima udienza è prevista per giovedì 16 gennaio, e la Corte avrà tempo fino a giugno per emettere il suo verdetto.

Reazioni e dichiarazioni

In un messaggio video diffuso poco prima dell’arresto, Yoon Suk-yeol ha dichiarato di essere pronto a collaborare con il Bureau d’enquête sur la corruption (CIO), pur non riconoscendo la legittimità dell’indagine. «Per evitare ogni possibile spargimento di sangue, ho deciso di rispondere alle autorità», ha affermato.

Park Chan-dae, capo dei deputati del Partito Democratico, principale forza d’opposizione, ha definito l’arresto «il primo passo verso il ritorno dell’ordine costituzionale, della democrazia e dello Stato di diritto».

Prospettive future

Yoon Suk-yeol può essere trattenuto in custodia per un massimo di 48 ore in base al mandato attuale. Gli investigatori dovranno ottenere un nuovo mandato per prolungare la sua detenzione. L’inchiesta si concentra sulle accuse di “ribellione” e sull’uso improprio della legge marziale, una misura che ha riportato alla mente i giorni bui della dittatura militare in Corea del Sud.

Il futuro politico del Paese resta incerto. Con migliaia di cittadini che manifestano per la democrazia e una classe politica in fermento, l’esito del processo di impeachment segnerà un momento cruciale nella storia recente della Corea del Sud.

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