Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera di un residente straniero in Corea del Sud.
Non sono sicuro se il titolo sia la descrizione più adatta, quindi cercherò di spiegarmi meglio.
In quasi tutte le attività quotidiane, mi sento trattato come un bambino nonostante sia un uomo sulla trentina, principalmente dai miei suoceri ma non solo.
Ad esempio, se pensano che sono vestito troppo leggero, mi "costringeranno" a mettere più vestiti, indipendentemente da quanto spesso cerchi di spiegare gentilmente che sono più a mio agio così.
Se mi siedo in un certo modo, mi viene detto di sedermi diversamente. Lo stesso vale per praticamente tutti gli ambiti della vita.
Sono consapevole che questo viene dalla gentilezza e dal desiderio di aiutare, ma non posso fare a meno di sentirmi trattato come un bambino. Sono una persona molto indipendente, ho vissuto da solo per tutta la mia vita adulta e non sono mai stato trasandato o disordinato.
A volte crea tensioni con mia moglie, quindi sono incredibilmente curioso di vedere se altri stranieri affrontano le stesse sfide che affronto io o se è un problema solo mio.
Vi ringrazio molto per avermi letto.
Risponde la redazione
Sì, in Corea del Sud esiste una certa infantilizzazione degli adulti e in generale dei cittadini (non solo degli stranieri) da parte delle autorità governative, ad esempio. A noi piace accostare i coreani alla classica "mamma italiana". Certo, non è esattamente la stessa cosa, ma in Corea si tende a proteggere molto le persone, fornendo indicazioni molto accurate e dettagliate.
In Corea, chi è più anziano o più grande tende a prendersi cura dei più giovani o dei meno esperti in modo molto premuroso e protettivo. Questo comportamento si manifesta in vari aspetti della vita quotidiana, come il modo di vestire, le abitudini alimentari e persino il modo di comportarsi in pubblico.
Questa tendenza a proteggere e a guidare, radicata nella cultura confuciana che valorizza il rispetto per gli anziani e l'armonia sociale, può creare una sorta di tensione per chi, come molti stranieri, è abituato a vivere in modo autonomo e indipendente. Nonostante le buone intenzioni, questa protezione può essere percepita come una limitazione della propria libertà personale e della propria capacità decisionale.