Nel tessuto sociale della Corea del Sud, un termine ha guadagnato terreno negli ultimi anni, dando voce a un problema dilagante: "gapjil". Questa parola descrive la pratica comune di chi detiene il potere di maltrattare coloro che sono subordinati. Sul posto di lavoro possiamo definirlo come mobbing, sfruttamento, abusi e molestie. Niente di divertente, come già ampiamente spiegato da noi negli articoli sul mondo del lavoro in Corea del Sud (li troverai alla fine di questo post)
Un'analisi approfondita nella società e nel mondo del lavoro sudcoreano
Il fenomeno di superiori autoritari che vessano impiegati di rango inferiore è diventato all'ordine del giorno, alimentato da una nazione ultracapitalista stratificata istituzionalmente, che assegna alle persone classi basate su titoli di lavoro e livelli di reddito. In questa realtà, chi detiene il potere è spesso incline a trattare malissimo chi è "considerato socialmente inferiore" come servi anziché dipendenti dignitosi.
Esempi citati dal New York Times includono la nipote di un magnate minacciare di licenziare il suo autista per essere "viziato" e un capo obbligare un dipendente aziendale a raccogliere le feci del suo cane. Questo comportamento, che può sembrare bizzarro o eccessivo, è diventato all'ordine del giorno nella società coreana, tanto che anche figli di potenti dirigenti sono stati coinvolti in episodi di abusi di potere.
Impegno governativo e contestazione con contorno di noccioline
L'ex presidente sudcoreano Moon Jae-in, al termine del suo mandato a maggio, aveva promesso ripetutamente di affrontare il fenomeno del gapjil, che ha definito un "male principale sul luogo di lavoro". Tuttavia, il problema è stato sottolineato nel 2019 quando Lee Myung-hee, matriarca della dinastia Korean Air, è stata accusata di abusi fisici e verbali nei confronti del suo personale. Il motivo? Noccioline snack servite in aereo nella confezione anziché su un piattino! Si, si, proprio cosi. Questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso e ha attirato l'attenzione sull'urgenza di affrontare il problema.
Fortunatamente, si è verificata una reazione negativa nei confronti di questo comportamento scorretto. Sia agenzie governative che gruppi civici stanno offrendo "hotline del gapjil", consentendo ai cittadini di denunciare cattivi capi. Questo ha portato a scandali che hanno danneggiato reputazioni di politici e dirigenti aziendali.
La realtà dei numeri
Secondo un sondaggio condotto da Embrain Public su 1.000 intervistati, quasi il 30% dei lavoratori d'ufficio sudcoreani ha riferito di aver subito qualche forma di molestia sul lavoro nell'ultimo anno. Questo rappresenta un aumento rispetto al 23,5% di marzo. Ma chissà quanti non hanno ammesso di subire mobbing per vergogna e disonore!
La molestia includeva sia forme verbali che fisiche, con alcuni dipendenti minacciati e insultati dai propri superiori. Il sondaggio ha rivelato che il 64% dei molestatori erano i supervisori, mentre il 30% erano i datori di lavoro.
Gapjil al volante
Il fenomeno del gapjil si manifesta anche nel contesto della guida, svelando una realtà preoccupante: se si è al volante di un'auto "ricca", più costosa e esteticamente accattivante, sembra che ciò conferisca il diritto di arrecare danni attraverso la propria guida a chi conduce un veicolo meno potente o più economico. Questo si traduce in comportamenti come il tagliare la strada, ignorare le precedenze e, in generale, mancare di rispetto agli altri automobilisti. Una verità sconcertante, ma purtroppo concreta. Questo paradosso mette in evidenza quanto il rispetto alla guida dovrebbe essere indipendente dal valore economico del veicolo guidato.
Interventi legislativi
Per affrontare questo problema diffuso, nel maggio 2023 è entrata in vigore una legge riveduta con misure potenziate contro la discriminazione di genere e il comportamento sessuale improprio sul luogo di lavoro. I dipendenti possono ora segnalare incidenti alla Commissione Regionale delle Relazioni Industriali, che può ordinare misure correttive e multare i datori di lavoro in caso di mancato rispetto senza giustificazione.
Inoltre, una legge del 2019 stabilisce che i capi che licenziano ingiustamente i lavoratori che si lamentano di bullismo possono affrontare fino a tre anni di carcere o una multa di 30 milioni di won (circa €20.700).
Il gapjil è diventato un termine chiave nel dibattito sulla cultura aziendale in Corea del Sud, suscitando indignazione e una risposta legislativa. Mentre la nazione affronta questo problema diffuso, il dialogo pubblico, le leggi rafforzate e la volontà di sfidare il gapjil stanno lentamente plasmando un futuro in cui il rispetto sul luogo di lavoro è la norma e non l'eccezione.
Il nostro punto di vista
Su lacorea.it, come di consueto, condividiamo il nostro punto di vista su questioni rilevanti. Riteniamo che il fenomeno del gapjil trovi terreno fertile nella società sudcoreana, in cui la gerarchia basata sull'età è un valore centrale. Anche tra i bambini, si manifesta una forma più lieve di gapjil, con quelli più grandi che possono imporre la propria volontà a quelli più piccoli semplicemente perché sono considerati "nuna" o più grandi. Personalmente, ho avuto esperienze di questo tipo con mia nipote, più grande di mio figlio di 2 anni, che pretendeva piuttosto che chiedesse, giustificando il suo comportamento con la sua posizione di maggiore età. Tuttavia, ho fatto chiarezza, sottolineando che con me questo tipo di dinamica non aveva spazio: il rispetto, a prescindere dall'età, è un principio immutabile.
Per approfondire: Vivere e lavorare in Corea del Sud. Ti dico tutto
La cultura del lavoro in Corea del Sud